“Green Monster”: Fenway Park non solo stadio del baseball, ma esempio “green” a Boston

Fenway Park è lo storico iconico stadio, il più antico d’America, dimora del baseball dei Boston Red Sox. Qui ha sede il massiccio Green Monster che troneggia dal 1912 ed è dipinto di una tonalità verde: soprannome della parete alta oltre 11 metri sul campo sinistro, il lato nord di Fenway di fronte a Lansdowne Street. È in legno ed è stato ricoperto di stagno e cemento nel 1934. Fu poi ricoperto di plastica dura nel 1976. Un tabellone manuale è impostato nel muro, che è stato lì, in una forma o nell’altra, almeno dal lontano 1914; il “Mostro Verde” non fu dipinto di verde fino al 1947 ed è il più alto tra le mura degli attuali campi di baseball della Major League. 

Pochi sanno che Fenway Park ospita un campo di coltivazione in una zona che una volta fu un tetto vuoto. Oggi icontadini di Green City Growers coltivano e raccolgono verdura in questo spazio di circa  oltre 460.000  mq. chiamato Fenway Farms. Il campo può coltivare di tutto: dagli asparagi alle zucchine.

Sembrerebbe che questa zona nel downtown di Boston non sia nuova a questo tipo di esperienze. Già nel 1920 si posizionava al quinto posto negli Stati Uniti per l’ammontare di prodotti coltivati, tra frutta e verdura e tutte le comunità perimetrali a Boston avevano mercati e orti locali. Nel 2014 l’organizzazione dei Red Sox contò sull’aiuto di Recover Green Roofs che disegnò e installò l’orto sul tetto dello stadio usando un sistema di coltivazione modulare con casse di latte rivestite di terra. Poi i Green City Growers si inserirono per gestire la “fattoria” che divenne operativa nel 2015. La trasformazione è stata inizialmente concepita da Linda Pizzuti, moglie del proprietario dei Boston Red Sox John Henry, come parte di una campagna dei Red Sox per promuovere modi di vivere sani e responsabili. Come tale, il progetto è stato ideato con la sostenibilità a tutti i livelli, ed è visibile a tutti coloro che entrano nello stadio tanto da essere incluso come tappa del tour ufficiale di Fenway Park.

Ciò che viene fatto allo stadio è stato fatto da almeno 10mila anni se non di più. Ciò di cui si ha bisogno è il sole, l’acqua, il terriccio, il drenaggio, la fertilità e cose di base che l’agricoltura necessita. Si può veramente coltivare di tutto come in un orto a terra; la differenza è che il sistema è stato posto su un tetto.

Verso la fine di agosto, come si avvicina la fine dell’estate, l’orto è rigoglioso di melanzane, pomodorini, carote, cipolle diverse qualità di peperoni, rape, insalate e piante officinali come il basilico. Una volta raccolti i peperoni, subito si sostituisce con una prodotto autunnale. All’anno si producono  dai 1800 ai 2700 kg. di verdure fresche. Per massimizzare la resa con lo spazio disponibile, i coltivatori evitano di coltivare prodotti di grandi dimensioni quali pannocchie dolci, zucche o angurie.

La fattoria è completamente organica senza prodotti chimici aggressivi;  panni a rete bianca sono drappeggiati su alcuni letti di frutta e verdura per tenere a bada i parassiti. Al contempo una sistema altamente efficiente d’irrigazione scorre attraverso ogni fila di fioriere in ogni singola cassa di latte, garantendo una precisa quantità d’acqua per il tipo di pianta coltivata. Il sistema consente il funzionamento e il monitoraggio remoto utilizzando un software basato su cloud che legge i dati meteo locali e fornisce acqua direttamente alle radici delle piante, se necessario. I prodotti raccolti non sono destinati a viaggiare su lunga distanza. Nelle vicinanze – infatti – parallelamente alla fattoria, lo chef Ron Abell ed il suo team usano questa frutta e verdura nei ristoranti e negli esercizi alimentari concessionari al Fenway, nei piatti serviti allo stadio. Si parla di freschezza veramente a km 0, considerando che si elimina completamente l’uso di mezzi di trasporto!

Ci sono tre stagioni principali di coltivazione. La primavera con ravanelli e lattughino. L’estate con patrimoni ortofrutticoli quali zucchine, pomodori e peperoni. L’autunno – la stagione preferita poiché si spera che i Red Sox siano nei playoffs – e l’offerta sul menù per la ristorazione allo stadio si adatta all’annata. Molti dei prodotti usati dalla coltivazione sul tetto, sono trattati in maniera semplice evitandone la manipolazione.

Nel corso del tempo Fenway Farms ha anche dovuto fare i conti con le quantità prodotte:  ci sono annate con troppi rapanelli, ad esempio, ma si usa il fuori stagione – l’inverno – che aiuta a tracciare il piano per l’anno successivo. Il raccolto a Fenway Farms riduce del 20%  il quantitativo di prodotti che lo stadio deve acquistare ogni anno. Lo chef e il servizio ristorazione dello stadio sono direttamente coinvolti nella selezione dei prodotti che vengono coltivati e sul loro quantitativo. Ma la stagione del raccolto non sempre coincide con il calendario del baseball, così da spingere lo chef  ad una maggiore creatività, per la durata. Non si può mai sapere come intende comportarsi Madre Natura o le squadre e gli eventi di catering. Così da doversi destreggiare con l’uso dei prodotti. Alcuni sono messi sottaceto oppure si fa una purea, altri si possono congelare.

Un altro vantaggio di Fenway Farms è che offre allo stadio il beneficio di raffreddare l’edificio di almeno 9° C d’estate, e funziona da isolante nei freddi inverni di Boston.

I visitatori che effettuano un tour dello stadio o che partecipano ad una partita o ad altri eventi quali i concerti, possono vedere la fattoria dal passaggio che si affaccia sullo stadio. Green City stima che circa 500.000 bambini ed adulti frequentino lo stadio di Fenway ogni anno. C’è veramente il desiderio da parte di molte persone di avere a disposizione più prodotti freschi coltivati localmente e di interagire con i coltivatori e i distributori. Ma quando si arriva ad ottenere una tale visibilità in uno stadio così famoso, la gente comincia a vedere la possibilità e questo può essere il seme in grado di generare una  nuova rivoluzione nella trasformazione del sistema alimentare.

Fenway Farms ha ricevuto il Green Roofs for Healthy Cities 2017 Awards of Excellence for Intensive Institutional:I giudici hanno elogiato la capacità del progetto di collegare la tecnologia del tetto verde con il nuovo pubblico, e superando le aspettative tipiche per le istituzioni sportive e commerciali.”