Il tocco di Renzo Piano all’Isabella Steward Gardner Museum di Boston

L’originale Isabella Stewart Gardner Museum a Boston aprì le sue porte nel 1903 a Fenway Court. Un palazzo rinascimentale veneziano originale, che – trasportato per mare da Venezia – servì per custodire e mostrare la collezione d’arte della famosa mecenate bostoniana. Oltre 2.500 lavori di belle arti e d’arte, inclusi arazzi, mobili e tessili, manoscritti provenienti dall’Europa, dall’Asia, dal mondo islamico e dalle Americhe che Isabella Stewart Gardner collezionò nel corso della sua quanto mai eccentrica e prodiga esistenza. Per il rinnovo e l’espansione della struttura storica, il museo si è avvalso del tocco di Renzo Piano per disporre di ulteriori 6.500 m². Uno spazio aggiunto e prezioso per concerti musicali, esposizioni e seminari e servizi aggiunti per il visitatore. Anche ai più ortodossi sostenitori dello storico museo d’arte, l’aggiunta di un’ala moderna infonde soddisfazione e tranquillità. Non c’é stata dissacrazione!

Credit Nic Lehoux

La luce naturale illumina gli interni creando un’entrata aperta ed accogliente al visitatore, che al contempo gode di una veduta ininterrotta dell’edificio originale e dei giardini: questo è l’elemento cardine. Ci sono alcuni elementi chiave di gran fascino. Il primo è la Calderwood Hall, un teatro ligneo di 6000 m² con 300 posti, organizzato in verticale.  Al centro c’è l’orchestra e intorno, lungo le pareti, si sviluppano le logge, creando un rapporto intenso e ravvicinato tra spazio e musica. Piacerebbe senza alcun dubbio a Shakespeare! Per la risonanza acustica il team di Renzo Piano si è avvalso dell’ingegnere Yasuhisa Toyota del Nagata Acoustics. Poi la Special Exhibition Gallery, una sala espositiva regolabile in altezza con soffitto a scomparsa: spazio prezioso per mostre d’arte contemporanea. Si aggiungono un nuovo ristorante – Cafè G -, un gift shop, una sala seminari, spazio ampliato per il giardino esterno, due appartamenti per artisti, laboratori di restauro, per seminari interattivi e tattili. Il Cafè G dispone di gustosi spuntini che spesso s’ispirano alle mostre d’arte: lo chef é certamente influenzato dall’arte che lo circonda e crea piatti che difficilmente possono accettare di essere gustati solo per saziare l’appetito!

Credit Nic Lehoux

Piano ha pensato ovviamente a componenti primarie del design sostenibile: un sistema geotermico, la luce naturale diurna, tecnica d’irrigazione efficiente per i giardini e l’uso di materiali locali e regionali che riducono l’impatto ambientale.

Isabella – se fosse ancora in vita – sarebbe molto soddisfatta di questa nuova ala aggiunta al suo palazzo veneziano. Fu proprio lei che desiderò un confronto personale con l’arte. L’atmosfera é permeata da serenità ed eleganza, oltre che da un forte senso di efficienza.